Alzi la mano chi da piccolo ha passato almeno una volta un pò di tempo a giocare con le nuvole!?
Steso su un prato a pancia in su, lasciando che una nuvola diventasse qualcosa di interessante, di nuovo, di inaspettato: un cane guerriero, una nave da guerra, un vecchio saggio, un pianeta misterioso. Lasciando che fosse lei a impressionare noi e non noi a decidere cosa rappresenta. Un gioco sottile e raffinato. Un gioco che allena all’ascolto, che allena al non anticipare immagini, pensieri e conclusioni. Un gioco che ci trasformava in una di quelle vecchie pellicole la cui capacità era quella di lasciarsi impressionare senza opporre resistenza, accettando senza remore ciò che “l’obiettivo” aveva inquadrato.
Probabilmente tutti alzeremmo la mano.
Alzi la mano chi ha giocato con le nuvole almeno una volta nell’ultimo anno!
Ora vedremmo – con buona probabilità – solo alcune mani alzate.
Da bambini è un gioco facile e quasi naturale, ma poi iniziamo a crescere e crescendo impariamo a fare i nostri “piani” ai quali ci affezioniamo e ci “attacchiamo”. E loro diventano talmente centrali nella nostra vita da arrivare ad oscurare gran parte degli orizzonti delle nostre possibilità e dei nostri “futuri alternativi”.
“Giocare con le nuvole” ha la sua importanza perché è uno di quei giochi “seri” che fanno bene anche a noi adulti: un gioco che allena la nostra abilità di immaginare ed intuire il cambiamento di cui abbiamo veramente bisogno.
E’ in fondo un esercizio di umiltà che ci accompagna nella ricerca della nostra verità personale.
E capita che l’intuizione regalata da una semplice nuvola ci conduca verso nuove scelte e nuove strade…
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In questa calda estate, perché non tornare a giocare un pò con le Nuvole?