Per ritrovarsi bisogna tornare al “tempo perso”.
Quello di quando uscivi da scuola alle 12,30 e tornavi a casa a mangiare.
Quello di quando la TV iniziava alle cinque del pomeriggio.
Quello di quando non c’era la tecnologia, i videogiochi, le app nello smartphone.
Quando potevi giocare ai Lego liberamente, senza costruire per forza quello che ti dicono loro.
Il tempo perso ti riallinea con quello che sei e ci trovi i semi di ciò che puoi diventare.
Perché sei libero di essere.
Perché non vi è nulla che devi realizzare, né obiettivo da raggiungere, né aspettativa altrui a cui rispondere.
Nel tempo perso c’è la tua poesia, il tuo desiderio, la tua fantasia, la tua immaginazione.
Il “tempo perso” non è “tempo sprecato” ma tempo prezioso per innovare, rinnovare, evolversi come individui o come “gruppi”.